‘ORA SPETTA A VOI LA RESPONSABILITÀ DI TROVARE INTESE EFFICACI. SONO ORGOGLIOSO DEL LAVORO FATTO, UN GOVERNO DURA FIN QUANDO HA FIDUCIA’: GENTILONI ‘PASSA’ ALLA CAMERA

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    Dunque, con 368 sì e 105 contrari su 473 votanti, il governo Gentiloni ha superato il voto di fiducia alla Camera, ottenendo dieci voti in meno rispetto a quelli avuti da Matteo Renzi il 25 febbraio 2014, che riscosse la fiducia con 378 sì e 220 no e un’astensione. Mercoledì si replica al Senato. In mattinata Gentiloni aveva presentato la sua squadra all’aula spiegando che “Questo è un governo di responsabilità garante della stabilità delle nostre istituzioni, che nasce nel quadro della maggioranza precedente. Per qualcuno è un limite. Io rivendico il grande lavoro fatto negli anni alle spalle. Ne sono orgoglioso e fa onore a questa maggioranza. La politica e il Parlamento sono luogo di confronto dialettico, non dell’odio o della post verità. Chi rappresenta i cittadini deve diffondere sicurezza, non paura. Su questo è impegnato il governo e anche su questo chiede la fiducia”. Stamane il neo presidente del Consiglio Paolo Gentiloni si è rivolto ai deputati per chiedere il voto di fiducia per la squadra da lui approntata in questi frenetici giorni. Un esecutivo certo non risparmiato da critiche che, con ben 12 ministri su 18 confermati nei loro ruoli, lascia molto da pensare rispetto alla differenza con il precedente, targato Renzi. Anche perché in sostanza, sono appena due le new entry all’attivo: Anna Finocchiaro ai Rapporto con il Parlamento e Valeria Fedeli all’Istruzione. “Non nascondo che, pur nel quadro della medesima maggioranza – ha affermato il premier – il governo nasce in contesto nuovo, creato dalla bocciatura al referendum. Lascio alla dialettica tra le forze politiche il dibattito sulla durata perché, come dice la Costituzione, un governo dura fin quando ha la fiducia del Parlamento”. Un discorso, quello di Gentiloni, che ‘numericamente’ in realtà non ha trovato grande seguito: larghi vuoti negli scranni dell’opposizione durante l’intervento, ma nemmeno tra i banchi della maggioranza c’era il tutto esaurito. Assenti, come annunciato, i gruppi della Lega nord e del M5S, al minimo anche le presenze dei deputati di Fi, Fdi e Cor. Più folta la presenza dall’altra parte dell’emiciclo dove sedevano i deputati del Pd, Ap e degli altri gruppi che poi in serata avrebbero voteranno la fiducia a Gentiloni e al suo governo. C’è inoltre da sottolineare che sulla formazione di questo nuovo governo incombe anche la posizione dei verdiniani che ieri, con il premier al Colle dal presidente Mattarella, hanno annunciato il loro no alla fiducia “senza rappresentanza Ala-Sc”. “E’ nostra intenzione accompagnare e rafforzare la ripresa economica che finalmente e gradualmente, a nostro avviso molto lentamente, si sta manifestando anche nel nostro Paese”, ha comunque proseguito il presidente del Consiglio, che ha anche affrontato il tema della legge elettorale: “il governo non sarà l’attore protagonista. Spetta a voi la responsabilità di trovare intese efficaci. Certo, il governo non starà alla finestra e cercherà di accompagnare e sollecitare il confronto. Una sollecitudine che non deriva da valutazioni legate alla durata dell’esecutivo ma dalla consapevolezza istituzionale del bisogno di regole elettorali certe e pienamente applicabili con urgenza. Inoltre bisogna ridare slancio a tre grandi azioni di riforme in corso, che necessitano impulso ulteriore: riforma della Pa, processo penale, libro bianco della Difesa. E per garantire la stabilità degli istituti bancari e i risparmi dei cittadini – ha osservato Gentiloni – “voglio dire molto chiaramente che il governo è pronto a intervenire”.

    M.